sabato 14 maggio 2011

27°, al cubo, al triangolo


in 2 minuti ti cambio cervello, se voglio - e non voglio
mi dilato pori e nari, sono sorda: siamo pari.
La colla in mille-mila dita nervose
come vermi dalle vene blu-nere
intonano electro-wave così panc- queste teiere.
Misuro il cobalto, no forse è mercurio
nel termometro metricamente imbarazzato
per la mia febbre calorica, oggi t'ho ammazzato.
I terremoti là in cucina, sotto tavoli ammaestrati               
gli elefanti sopra i letti, sotto i tetti come i gatti
ammaestrami il sapone, buonanotte, morti i matti.
Chiudi scimmie giù in cantina, ceri e letti d'ospedale;
"respira col polmone!", ti ringrazio, Mio Signore.
Sterilizzami le br-accia, accia-io accia-'ccami la f-accia!
E porta i miei saluti ai chiodi alle finestre
rosari e santi delle suore, tovaglioli per minestre;
e Porta i suoi collant sul ventre,
mentre
Amelia che deprime lenta mente scrive,
stride.
è impazzito poi quel cane - fuori!- è notte da star male:
nella gabbia d'ossa metalliche, trapani e pialle d'angoscia solare
fame sete & nausea da trauma post lunare.
Sigaretta che poi muori, tra santissime labbra d'amarena
verde cedro limonare, tra tre morti nell'arena.
Frutta e crème brûlée di cene annientatrici;
questi organi gettati in oltremille duemila incubatrici ;
che furono sabato, svuotandosi al mattino
per le mie costellazioni, ed un caffè albino.

                                                                                       

                                                                              - msquallor -

domenica 17 aprile 2011

0201







( " Quanto sarà mai lontana questa Lontananza ? " )



Fuori, non c'è rimasto niente:
aridi angoli di mondo si vanno disintegrando
e la polvere precipita con gli ultimi respiri.
Si addormentano luci e suoni,
un uomo si chiede se vedrà il sole, domani
mentre sbarra porte e finestre.


Qualcuno stringe il proprio amore,
qualcuno chiude gli occhi al suo bambino.
"Non guardare" sussurra, e poi finalmente bum;
e si mescola il Giorno con la Notte
il Panico con l'Estasi
la Fine con l'Inizio.


Balleranno i morti sulla Terra,
baciando per l'ultima volta la loro compagna;
se ne andranno per mano verso spazi colmi di nulla,
sorridendo come invitati ad un ballo in maschera.
Morirà anche l'ultima foglia,
e delle nostre gioie non rimarranno che astenici echi.


Non avremo più prati dove riposare:
rideremo di chi rimarrà indietro quando proveremo a fuggire,
e di noi stessi, quando capiremo che non c'è più un posto dove andare.


Allora, aspetteremo che una pioggia di fuoco ci renda cenere.


Ma non preoccupiamoci di questo, mentre ce ne andiamo:
il Mondo non è mai stato Niente, Nulla è mai stato nostro.
Perciò ora guardami un'ultima volta, amore mio
e stringimi la mano.
Dai una mortifera occhiata a tutto questo, e chiudi gli occhi:
quando li riaprirai, non vi sarà che disordine.
Io sarò Brina nel cielo, e tu Aria che muore.
Ma non aver paura, perchè anche ora che tutto sta finendo
io ti amo.




* ri-"visitazione" di qualcosa che non c'è, più.

 
                                                                                    -msquallor-

domenica 20 marzo 2011

7



Il nostro non può che essere un Nondestino, o un intestino.
Chi d’amore non vive “perché…”, e chi non vive per via dell’amore.
Non c’è nulla di male, nel volerci morti !
Siamo tutti più belli - puoi vederlo con gli occhiali - 
verdi come insalate scondite che non sanno di Nulla, perché Nulla ci sfama oggi-domani.
I bambini li voglio senza occhi, caro.
Con la bocca sotto al mento ; ed un cane di plastica ( se si può ).
Tesoro, per pranzo pasta nafta e zucchine, per cena calzetti in lavatrice.
L’eleganza dei collant sdruciti sulla sedia dopo il vino, ah ah dice, corri ahah!
Sangue nelle unghie come miele sulle mele
Mele come sangue sotto le unghie color miele.
Oh no, le esplosioni non mi fanno paura. il rumore è troppo basso, caro!  
Addormentami sul divano, come fanno gli innamorati.
Ma non lo fanno più, cara.
Cosa, l’amore? Io li vedo dormire.
Grigio piatto nel piatto vuoto, ceramiche in frantumi come tuoni e bum.
Sarai Morte, nel finale! Nel teatro vuoto dell’ospedale ( disse e rise ).
Piangi stringi tingi inciampi scrosti incastri nastri scarsi morso mostro morto.
Gli animali, li teniamo; gli uomini, li pisciamo; gli orologi, li bruciamo.
L’inquilino fantasma della giostra domestica, gli arresti domiciliari di un nano da giardino,
il coltello insanguinato nella coscia affettata; il pasto digerito nella pancia sbudellata.
Non si dice “sbudellata”, caro.
Non che mi piacciano gli aggettivi, cara.
La finestra ornata da mani in cornice, le impronte di fiato e di dita infeltrite.
E l’uomo che indica tende incolore, e il sole che intanto perde calore.
Non che le rime mi servano a-qualcosa, è solo un soutè di tiepide feci:
questo schifo che scrivo e non scrivo, che dico e non penso, o che penso e maledico;
questo dire che schifo, che scrivo e non penso, o che maledico scrivendo ( maledizione! )
Il mio inno alla Fine, al getto di noia; al Niente Sovrano una stretta di mano.
Tu restami accanto se cambia la luce, e se cadono gli alberi spostali Più-in-là.
Sarò l’ultimo manichino nella vetrina di pelle,
vedrò cervelli pestati per strada, ossa come rosari, minestre di dita o mani.   

Ti pesano gli occhi, stai morendo caro?
Mi prude la schiena, sto morendo.
ciao.



                                                                                                                      - msquallor -

mercoledì 16 febbraio 2011

autoscopia /

Umide le labbra a Mezzanotte
con vento ventriloquo e mal-di-ventre, mentre
il primo calore del giorno esplode di ansie misto-gialle.
la Wirrwarr mattutina/notturna dell'onironauta eccitato
ed il falso risveglio di un Febbraio che febbraio più-non-è.
Le nostre agitazioni, Angoscia cara, come un gramo pranzo
e la febbre e la sete e la fame di elettricità
di Martedì come di Domenica.



ED IL SANGUE NELLE VENE ?




La matematica del primo pomeriggio, i cristalli di caffè
che non hanno voglia di eccitare - o che non hanno voglia e basta.
Come in un'orchestra di salme catalettiche,
sono ammassate le Molestie del Temponontempo.
E le parole di maionese, frasi alla carota, acqua no gas
blablabla l'invenzione del Kinetoscopio, la nascita del cinema.




L'Universo Dietro Casa, gli alloggi dei fastidi divertenti
per calcoli scorretti e nervi moderati.
Fuggiremo, Angoscia cara! in cenere gli abiti luttuosi
e gli intestini tinto-blu come polmoni invalidi.
Dormiremo di Martedì come di Domenica,
senza crisi sotto le unghie, senza filosofie per vuoti amplificati.
Un funerale senza lutto, senza lagna, senza morto.





                                                                                                    - msquallor -

domenica 26 dicembre 2010

tutta colpa degli Zombie Lovers

riflettevo.


Io nelle persone non ci vedo nulla. O forse ci vedo soltanto un po’ di tristezza, dipende dai giorni.

(Crollo-di-vuoto, persino stasera.)

Molti potrebbero riassumere il Vuoto in una mediocre forma di pessismismo cosmico, ma al di là della loro ironia leopardiana credo piuttosto che tutto sia niente, che ciò che per noi ha un signficato e quello che ci è indifferente siano in realtà la stessa identica cosa: Nulla.
Siamo vuoti, vuoti come barattoli di cioccolata e i pacchetti di sigarette dei bulimici nevrotici Adepti della Camomilla Biancolilla. Viviamo di bianchi che tingiamo di Nero per noia, di grigiori talmente uggiosi da provocar pioggia al posto delle lacrime ( perché in realtà non sappiamo piangere – ma neanche ridere- ). E come potremmo, d'altronde, saper fare qualcosa?
Potremmo tingerci di verde, imitare gli alberi e perderci nei parchi, spezzarci le dita e morderle aspettando l’ora di pranzo, o persino imbalsamare i nostri cani e attaccar loro rotelle sotto le zampe ( Giocattoli per Bambini Cresciuti Male ): continueremmo comunque ad annoiarci e ad annoiare il Tempo.
Potrebbe scender Nebbia per anni, aumentare il numero dei suicidi, disintegrarsi la Luna, e noi rimarremmo impassibili di fronte a vene che esplodono ed unghie che cadono.
Tutta colpa degli Zombie Lovers, pensavo un giorno:

Ascoltavo “Just like honey” dei Jesus and Mary Chain, arrivando all’ultima sigaretta di un pacchetto troppo poco longevo. Il letto era disfatto da settimane ormai, le lenzuola sporche di insonnia e ovunque l'odore di Apocalisse Giornaliera che alienava qualsiasi stimolo: non ricordavo cosa fosse la Fame, o cosa fosse la stanchezza. Non ricordavo nemmeno cosa significasse 'comunicare', e soprattutto mi sembrava inutile farlo.

Era fine Luglio, i giorni non finivano mai e le notti duravano più dei secoli. Gli Zombie Lovers dormivano nei loro letti tiepidi con i capelli intrecciati. Sicuramente si guardavano negli occhi con il sorriso degli Attori dei Biscotti e delle Merendine, controllando che le loro mani fossero abbastanza vicine da sfiorarsi respirando e i loro volti nella posizione più adatta a resistere fino al mattino.
Le labbra umide degli Zombie Lovers: “Forse il mondo potrebbe fare a meno di sgretolarsi, per oggi ”, 

Gli Zombie Lovers si addormentano insieme sperando che una bomba esploda proprio nell'istante prima di addormentarsi, così da eclissare Ieri e Domani, entrando nell'unica Frazione/Dellanotte capace di avvicinarsi alla 'perfezione da vocabolario': “la perfezione dell’infinito amore che voglio darti stanotte, prima di divorarci a vicenda come cannibali affamati”.



Un giorno non si ameranno più, e forse sarà domani. Magari vorranno strapparsi la lingua, soffocarsi a vicenda pensando a quanto la loro bellezza non valga nulla in mezzo all'infinita Tristezza di cui vibra la loro carne. La Tristezza del Mai, perché del Sempre si sono stancati; la Tristezza del "Basta", perché dell’"Ancora" ne hanno avuto abbastanza; La tristezza dell’odio, perché stanno morendo anche le ultime carezze.
Ed è per questo che odio gli Zombie Lovers: finiranno per disprezzarsi, o peggio ancora, per ignorarsi.
Arriverà l’Indifferenza e si nutriranno di Nulla.

Ma la mia non è invidia, e non è gelosia: la mia è rassegnazione, è pietà, è ribrezzo. L’orrore per qualcosa che non può più esser bello, ma neanche sgradevole; qualcosa che può soltanto essere Niente, perché non esiste dell'Altro.

Detesto la domenica. O magari, sono solo i giorni della settimana a farmi odiare qualcosa che non è altro che polverosa muffa.
                 
                                                                                                              
                                        
                                                                                                                               -msquallor-

sabato 11 dicembre 2010

U/D


Mi diverte ripensare a come ho scoperto che dopo la virgola ci fosse bisogno di spazio;
e stasera, neanche la Melatonina sembra fare effetto. Tutto è così bianco che il buio non compare neanche ad occhi chiusi.

Un cervello così estraneo e le gambe che lentamente muoiono sul tappeto:
Dicembre che scivolandospacca i vetri e le mani persino quando le luci piangono scintille : continueranno a mentirci i mesi invernali, mentre addolciremo con zucchero i pomeriggi nelle vasche bollenti. E nel frattempo gli Altri dormiranno a distanza di giorni, masticando polveri di pasticche biancolilla e disegnando cubi nei sospiri.

" Ingoieremo i nostri sonni quando avremo bisogno di non annoiarci. "

Eppure stanotte ho bisogno di Questo, mentre aspetto di farmi Blu
e i miei digiuni saranno saziati dall'infinita indifferenza delle occhiaie del Lunedì.

Forse potrei adottare un Corpo Nero, aspettando il decimo Nulla-di-Nulla, canticchiando quelchedovrebbe rimanere stonato fino a dopodomani, quel che dovrebbe finalmente morire, invece di consumare polmoni e briciole di pelle:
dovresti soffocare nel Latte, per colazione.

Ripenso ad un Giornoqualunque:

"Il tempo non concedeva limiti o spazi, tutto fluiva come un eterno Venerdì, e si rincasava quando la luce cominciava a farsi gialla/grigia. Un vecchio fumava la pipa e parlava con un tronco: beveva troppo e per non si sa quale assurdo motivo, aveva così perso una gamba. Non andava da Nessunaparte e nessuno voleva guardarlo. Era uno di quei mostri che la gente finge di ignorare - come se evitando di fissarli si facesse loro un piacere: come se dimenticandoci della loro esistenza potessimo inqualchemodo redirmeli dal loro Male -
Ma d'altronde "Le Cose Scomode e che Nonsiusanopiù" vengono riposte sempre nei piani alti, dove è facile scordarsi di averle possedute. "

La mattina per colazione ci delizieremo di legno e vernice, mentre gli alieni atterreranno nel campo dietro casa. Un minestrone di sigarette e redbull, per poi vomitare inchiostro al sapor di miele e fango, così denso da bloccarsi in gola.

Sarebbe troppo facile soffocare così, e qualcuno potrebbe ironizzare mentre ingoia del vero gustosissimo fumo.
Non se ne parla di dormire, quando fuori ci sono gli alieni!

e di Noi, adognimodo, si dimenticheranno persino la pioggia e le mosche .


" Credi che avremo più fortuna, un giorno?"
" Certo che ne avremo, quando saremo morti."

                                                                                      
                                                                                                        -msquallor-

sabato 6 novembre 2010

0%


Erano anni (credo) che non ascoltavo attentamente i Joy Division. Questa mattina, dopo così tanto tempo, mi sono ritrovata albeggiante e (non)letteralmente immersa in una Shadowplay che non avevo mai sentito prima d'ora. Avrei voluto alzare il volume al massimo ed addormentarmi sul divano come se avessi passato mesi senza chiudere occhio. Lasciarmi galvanizzare insieme ai minuti e secondi tutti uguali che banalizzano quelle ore che nessuno prende mai in considerazione. I letti sono sempre troppo vuoti o troppo affollati, le coperte troppo pesanti o troppo vanesie: quel che ne viene fuori con una certa ironia, è il ritrovarsi consumati anche dopo sedici ore di sonno. Ma questa mattina avevo addosso una sensazione diversa, una di quelle che ogni tanto dimentico di possedere o di aver posseduto almeno una volta nella vita : la certezza di non aver bisogno d'Altro, solo di una TREGUA. Chiudere gli occhi senza pensare ad un Qualcosa che mi terrà compagnia fino alla prossima pelle gradevole-canzone triste-immagine/catarsi.
Dissociarmi da Mestessa, dal mio corpo, dalla mia 'maschera' di finta-semi-stabilità cronica.

D o r m i r e , senza sperare pensare ipotizzare presumere concludere.

Quelchedibello è rimasto, non ha bisogno di addormentarsi con me, o di spegnersi come la luce del corridoio quando ormai non è più cosìnotte o cosìgiorno. Semplicemente è sotto il mio maglione, tra i miei capelli, sulla lingua, tra le mani, qualcosa persino sulle labbra. Gli occhi negano la brutalità del tempo/nontempo, vorrebbero saziarsi dell'Infinitevole Egoismo del Sentimento.
Ma io conosco bene il Limite del Benessere, e probabilmente continuerò a fingermi un'equilibrista in bilico tra quel che fù possibile e quello che non lo sarà mai ( è il destino dei Freddi Antipatici che hanno vissuto sul Tuo cuscino e sulle Tue gambe ).
Non è che il sole mi sembri così meritevole di attenzione, ma stamattina ho l'impressione che siano grigi anche i miei capelli. Quei colori che non vivacizzano le cose intorno a noi, ma distruggono la nostra percezione della Delizia.

Non tingere di grigio le nuvole oggi,
ci penserà l'Inverno.



L'Autunno mi piace perchè un po'mi assomiglia: anche lui deve decidere da che parte del Limite stare.
Considero banalmente inutili i meccanismi di difesa ( inconsci, ovviamente ) delle persone Felici: pensano che sorrisi e calore rimangano incollati ai loro rosa/gialli pastello per un tempo sufficiente a renderli intoccabili, ma la verità è che hanno solamente troppa paura di Dormire.
Quando siamo innamorati, ad esempio, il disordine e il mangiarci a vicenda ricordano un qualunque piacevole film. Per intenderci (ahah), quei classici film che la tv trasmette ogni tanto il sabato pomeriggio, meritevoli d'attenzione soltanto perchè comodi e spensierati come i bambini mentre ascoltano la stessa favola ogni sera.
Le labbra, le mani e la pelle dell'altro ci appartengono come i nostri stessi organi, i nostri stessi bisogni ; e vorremmo cibarci dei nostri amanti, della loro carne, divorarli ed ucciderli.
Questa sorta di Cannibalismo ci annichilisce come la notte alle 5 del pomeriggio, ma è così che fanno e facciamo tutti, ed è così che finiranno gli Zombie Lovers di questo lungometraggio troppolungo/troppocorto.
Ovviamente, i discorsi-pensieri delle otto del mattino non hanno un vero e proprio senso - come potrebbero? - ma No Love Lost è come latte e caffè .
Quelchepenso oggi, e che per me in primis risulta indecifrabile, non meritava la scrittura assopita del Momentomorto, ma neanche una distrazione aldilà del 'Basta'.
I Joy Division non c'entrano un cazzo alla fine ( nemmeno i colori ed il sonno in realtà ), ma alla Fin-Fine nulla c'entra qualcosa con qualcos'altro : semplicemente cerchiamo di elencare modificare sintetizzare quelchevogliamo/chenonvogliamo per semplificare il Kaos che ci disturba cosìtanto.
Sì ok, sto negando l'innegabile, o meglio ancora: mischiando il nero con il bianco.
Il Grigio di oggi somiglia a quello di ieri, ma stamattina il Limite sembra meno manicomiale.

Da piccola disegnavo i contorni di Tutte Le Cose con il pennarello nero.
I colori 'veri' servivano solo a riempire le varie sezioni.

                                                                                              -msquallor-