domenica 20 marzo 2011

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Il nostro non può che essere un Nondestino, o un intestino.
Chi d’amore non vive “perché…”, e chi non vive per via dell’amore.
Non c’è nulla di male, nel volerci morti !
Siamo tutti più belli - puoi vederlo con gli occhiali - 
verdi come insalate scondite che non sanno di Nulla, perché Nulla ci sfama oggi-domani.
I bambini li voglio senza occhi, caro.
Con la bocca sotto al mento ; ed un cane di plastica ( se si può ).
Tesoro, per pranzo pasta nafta e zucchine, per cena calzetti in lavatrice.
L’eleganza dei collant sdruciti sulla sedia dopo il vino, ah ah dice, corri ahah!
Sangue nelle unghie come miele sulle mele
Mele come sangue sotto le unghie color miele.
Oh no, le esplosioni non mi fanno paura. il rumore è troppo basso, caro!  
Addormentami sul divano, come fanno gli innamorati.
Ma non lo fanno più, cara.
Cosa, l’amore? Io li vedo dormire.
Grigio piatto nel piatto vuoto, ceramiche in frantumi come tuoni e bum.
Sarai Morte, nel finale! Nel teatro vuoto dell’ospedale ( disse e rise ).
Piangi stringi tingi inciampi scrosti incastri nastri scarsi morso mostro morto.
Gli animali, li teniamo; gli uomini, li pisciamo; gli orologi, li bruciamo.
L’inquilino fantasma della giostra domestica, gli arresti domiciliari di un nano da giardino,
il coltello insanguinato nella coscia affettata; il pasto digerito nella pancia sbudellata.
Non si dice “sbudellata”, caro.
Non che mi piacciano gli aggettivi, cara.
La finestra ornata da mani in cornice, le impronte di fiato e di dita infeltrite.
E l’uomo che indica tende incolore, e il sole che intanto perde calore.
Non che le rime mi servano a-qualcosa, è solo un soutè di tiepide feci:
questo schifo che scrivo e non scrivo, che dico e non penso, o che penso e maledico;
questo dire che schifo, che scrivo e non penso, o che maledico scrivendo ( maledizione! )
Il mio inno alla Fine, al getto di noia; al Niente Sovrano una stretta di mano.
Tu restami accanto se cambia la luce, e se cadono gli alberi spostali Più-in-là.
Sarò l’ultimo manichino nella vetrina di pelle,
vedrò cervelli pestati per strada, ossa come rosari, minestre di dita o mani.   

Ti pesano gli occhi, stai morendo caro?
Mi prude la schiena, sto morendo.
ciao.



                                                                                                                      - msquallor -

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